Gentle Birth Method e la mia esperienza di parto

Questo libro è strettamente connesso alla mia esperienza di parto ed è per questo che ne parlo in contemporanea.

Fu un regalo di mia cognata Jane (Dio la benedica!) qualche mese prima del parto ma soltanto quando ormai mancavano meno di due mesi mi misi a leggerlo con la calma e l’attenzione che richiedeva. La mia gravidanza fino ad allora era andata da manuale, una meravigliosa esperienza da augurare ad ogni donna, zero nausee, un botto di energia, tutti i valori sempre a posto.

Io sono una metodica nel leggere i libri, se mi piacciono li seguo con costanza e applicazione altrimenti li lascio perdere. Questo libro al primo impatto mi è sembrato un po’ “new age” e sognante ma comunque sentivo che c’era qualcosa di più profondo…una potenzialità che mi intrigava troppo.

Quindi ho seguito quindi tutti i consigli suggeriti e soprattutto wondermike ha registrato con la sua suadente voce british lo script, cioè il testo, che l’autrice ha pensato come training pre e durante-parto.

Si tratta di due “storielle” di pochi minuti che hanno lo scopo di rilassare il corpo preparando la mente alla visualizzazione del parto oppure di impapare a rifugiarsi, sempre tramite visualizzazione, in un luogo mentale sicuro e segreto che distragga la mente dal dolore.

Ho fedelmente ascoltato queste registrazioni, concentrata e rilassata, per quasi tutti i giorni che mi rimanevano prima della data prevista. Non sono mai stata una grande fan del training autogeno ma ho sentito molto parlare della programmazione neurolinguistica e della sua efficacia. Quanto stavo facendo può essere definito un po’ un misto di queste due tecniche ho quindi pensato che male non potesse fare al massimo non faceva nulla.

Inoltre ho comprato e assunto, su supervisione medica, i rimedi omeopatici che lei consigliava per preparare il corpo al parto e ho fatto scorta di quelli di cui avrei poi potuto aver bisogno durante il parto.

Ho fatto in modo di concordare con ‘ostetrica un possibile uso della piscina per alleviare le doglie e …insomma mille altri accorgimenti per tamponare la paura del parto che mi attanagliava.

Poi è successo che mancavano ancora 2 settimane alla data (da una settimana prendevo i rimedi per “preparare l’utero e ammorbidirlo”) e ad una visita normale di routine l’ostetrica mi manda a casa a preparare la borsa (che confesso non era ancora pronta!) perchè, durante il controllo, viene fuori che manca davvero poco, forse meno di 24 ore…”Se non ci si rivede stanotte” mi dice”torna domani sera alle 7″.

Vado un po’ in panico…anzi quasi svengo dalla paura ma lo shock dura poco e allo stesso tempo comincio a prepararmi psicologicamente a quanto sta per accadere.

Passa la notte e tutta la giornata seguente e io continuo a star bene , vado perfino dal parrucchiere (eh ormai avevo preso appuntamento, mica pensavo arrivasse tanto in anticipo!) e mi faccio un ultimo giretto di shopping di camicie da notte.

Alle 7 quindi siamo lì e da subito appare che sono più pronta di quello che si pensava: la dilatazione è già di qualche centimetro e io non mi sono neanche accorta! Bisogna tornare a casa e prenderla ‘sta famosa borsa ora!

Prima però vado a salutare i miei al volo e faccio incetta di incoraggiamento e di affetto dalla mia mamma e dal mio papà che cercano di darsi un tono per non agitarsi troppo. “Ci vediamo in ospedale quando sarà il momento” mi dicono e dentro di me penso “Chissà tra quante ore…”.

Ma dal momento in cui, borsa alla mano, ci ridirigiamo verso l’ ospedale entro in uno stato di trance in cui la tensione e la paura lasciano il posto ad uno stato di pacifica e rassegnata attesa. Il mio corpo si predispone e la mia mente si preparano a ciò che dovrà succedere, senza timori, senza false aspettative, sono solo lì, io, il mio piccolo (che ancora non sapevo essere un -o) e il suo papà. La sensazione è la stessa di quando ascolto le registrazioni e penso “Chissà che non funzioni almeno un po’ sta cosa…”.

Facciamo l’accettazione e la visita al pronto soccorso ostetrico fa uscire anche le ultime acque rimaste…intanto sono già le otto e non sento alcun male…boh.

Chiamo mia suocera in Inghilterra (madre di 3 figli, nati tutti dopo lunghissime ore di travaglio) le dico che ho paura ma che sono anche molto serena e curiosa, sento tutto il suo amore e il suo incoraggiamento nella sua voce rotta dall’emozione.

Andiamo in corsia a cambiarmi per il travaglio, ci sono altri 3 letti nella camerata di cui uno occupato da una neomamma che dorme. Il mio letto è il numero 17…ops…vabbè tanto mica sono superstiziosa no?

Raggiungiamo l’ostetrica che mi fa subito stendere su un lettino sul fiaco e mi attacca il monitoraggio e una flebo con un mix imprecisato di ossitocina e qualcos’altro …le dico ” Ma io pensavo di poter camminare, fare tutte le varie posizioni, usare la palla, farmi massaggiare…”. “Sì forse dopo” mi dice “intanto vediamo come va, è già buono che secondo me non vai a fare mattina”… “Evviva!!!”  penso, intanto che non ho ancora male facciamo così, tanto ne ho chissà quante di ore di fronte a me per arrampicarmi anche sui muri.

Sono le 8.45 e ancora nessun segno di male…boh. La sensazione di calma e concentrazione permane saldamente.

Finalmente alle 9 arrivano le doglie ma sono come avere il ciclo “Non può essere solo questo…” penso, l’ostetrica mi visita e mi dice che non mi devo fare troppe illusioni ma che senz’altro questo parto durerà meno di quanto temessi, forse si tratta solo di poche ore…ah che notiziona, sono già grata così!

Ore 10 circa, le doglie sono intense ora ma totalmente sopportabili, stringo la mano di wondermike, respiro diligente e mi ritiro nel mio mondo mentale… “Il dolore è ancora accettabile” penso “e lo riesco a dominare così, ma quando sarà peggio altro che lugo segreto…non ci saranno ne santi ne madonne!!!”.

Ore 10.30 circa e adesso il mare si ingrossa davvero, le onde delle doglie sono alte e profonde, sono lunghe ma non tanto da non lasciare uno spiraglio di respiro tra esse. Quando non ci sono contrazioni il mio corpo è perfettamente normale, non sento alcun disagio, alcun dolore…quando l’onda arriva il mio respiro diventa tutto il mio corpo, la mente sprofondata nell’ascolto del mio corpo che si schiude. Sono grata che non sto perdendo il controllo, anzi “è tutto ancora sotto controllo” penso. Il monitoraggio segna un cuore forte e il piccolo si sta dando da fare alla grande per farsi strada, è una benedizione dopo l’altra.

Ore 10.50 l’ostetrica mi visita, usa una luce forte sento che chiama wondermike e gli chiede se la vede..che cosa vede? La testa! Infatti a me viene tanto da spingere…il mio corpo è in uno stato di euforia totale, soffre ma senza esserne travolto, la mia mente è estatica, il cuore mi esce dal petto.

Non ho fatto a tempo a prendere nessuna medicina e non mi sono mai mossa dal mio lettino (altro che palla, piscina, massaggi) un attimo e non perchè costretta ma perchè non ne ho nemmeno sentito la necessità. Wondermike fa appena in tempo a chiamare i mei che schizzano in ospedale.

Da lì è un’attimo…in una pausa tra una doglia e l’altra cammino verso il lettino (famigerato) della sala parto, la ginecologa noto che ha una bel filo di perle al collo, mi presento, scherziamo. La mia adorata osterica mi spiega due tre cosucce dell’ultimo minuto e vvvaiii…proviamo a far nascere il bambino…wondermike è accanto a me e mi incita con delicatezza. Sono commossa di gratitudine per essere già a questo punto.

Una…due…e tre spinte, e dieci minuti dopo è nato.

Sta benissimo e piange, i nonni sentono il vagito in diretta, wondermike piange, leggo nei suoi occhi la gioia indicibile per la fortuna che abbiamo avuto.

Beh, le mie amiche mi hanno un po’ odiato perchè ho perfino avuto la fortuna di avere ancora la messa in piega per le foto di rito del mostrillo appena nato (come se in quei momenti te ne fregasse qualcosa ma a posteriori mi ha aftto ridere la cosa!!!)

Scherzi a parte io non saprò mai con certezza se il merito della nascita tanto facile di Orlando sia stata la preparazione fatta con questo libro o la fisiologia del mio corpo o la pura fortuna, penso un mix di tutti e tre.

Io auguro comunque a tutte le future mamme un’esperienza come la mia e spero che per coloro che leggono e seguono questo libro si verifichino le stesse meravigliose coincidenze che si sono verificate nel mio caso.