Un tuffo fuori programma

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Oggi pomeriggio ho portato via gli stivaletti da pioggia per andare con Orlando a saltare nelle pozzanghere al parco dopo scuola.

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Sfortunatamente Orlando è scivolato mentre saltava ed è volato tutto dentro una pozza di acqua e fango …

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Dopo un primo attimo di incredulità si è subito ripreso e mentre cercavamo di togliergli gli abiti inzuppati lui ci è sgusciato via e si è messo a correre seminudo per il parco.

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Ovviamente io non avevo dietro un cambio completo e il meglio che abbiam trovato era un pile che avevo nel passeggino.

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E così conciati siamo avventurosamente riusciti a ritornare a casa sani e salvi anche se un po’ infreddoliti. Un’avventura!

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“Besame Mucho” – Carlos Gonzalez

Era mesi che volevo leggere questo libro ed era mesi che rimandavo un po’ per pigrizia e un po’ perchè me lo sentivo che sarebbe stato un libro forte, uno di quelli che ti lasciano un segno profondo e che, dopo che l’hai letto, ci pensi su mille volte prima di rifare gli stessi errori in materia di genitorialità. Mi ha moltissimo ricordato un altro libro che per me è stato fondamentale:”Our babies, ourselves” di Meredith Small.

E’ un libro tosto, prende una posizione decisa e schietta, lascia ben pochi compromessi ma ti rapisce, ti strappa il cuore e ti conquista, almeno con me l’ha fatto! So che a molti non è piaciuto e che molti lo considerano un’ estremizzazione poco realistica dell’esser genitore … sarà pure, ma la mia visione coincide molto con la sua anche se è una lotta continua il riuscire a metter in pratica tutti i buoni propositi.

Personalmente lo ritengo necessario come lettura per ciascun futuro o nuovo genitore, poi ognuno è libero di sciegliere di crescere i suoi figli come vuole…ma almeno certe cose vanno conosciute e valutate!

Capitoli:
Parte I – Il bambino buono e il bambino cattivo:
Una splendida invettiva contro alcuni pediatri, alcuni libri, alcuni consigli che hanno tanto influenzato la società moderna e minato la naturalezza più istintiva dell’esser mamma.
Parte II – Perchè i bambini sono così:
Una bellissima parentesi anropologica che va alle radici dell’evoluzione del bambino per spiegarne i bisogni, i comportamenti, i bisogni (si parla di stare in braccio, piangere, attirare l’attenzione, cosleeping, gelosia, etc).
Parte III – Teorie che non condivido:
Il bambino visto come un manipolatore, il comportamentismo, la necessità di una routine fissa … tutte teorie attaccate nei loro fondamenti e ribaltate completamente secondo l’ottica di quelle che sono le più vere e fondamentali necessità di un bambino che invece è la società che si dimostra voler manipolare!
Epilogo – Il giorno più felice:
Che memoria vogliamo lasciare ai nostri figli? Dipende solo da noi…

Rinoceronte felice

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All’uscita da scuola c’era una sorpresa ad aspettare Orlando, un costume da rinoceronte (sua ultima mania) che ho cucito stamattina in fretta e furia da indossare alla festina di compleanno, la prima a cui andiamo, di un suo compagno di classe.

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E’ stato davvero felicissimo e mi ha chiesto:”Mamma, perchè sei così brava a fare i corni?” Ehh figlio mio, anni e anni di esperienza …

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La ludoteca dove siamo andati era davvero grande e spaziosa, piena di giochi e di attività ma soprattutto c’era la sua superprediletta piscina delle palline dove si è lanciato mille volte. 

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Io sono riuscita a scambiare qualche parola con alcune delle mamme che non avevo mai conosciuto ed è stata un’occasione molto piacevole anche per me. 

 

“Bambini gelosi” – Nessa Laniado

Non nego che, da brava figlia unica, mi sono goduta immensamente tutto l’amore, i privilegi, le coccole di tutti i membri della mia famiglia, genitori, nonni e zii. Quando ho incontrato Mike però mi sono innamorata anche della sua di famiglia, numerosa, rumorosa, un po’ incasinata, molto poco perfettina ma estremamente allegra, affettuosa e solida. Avere Sebastian è stata una benedizione e non nego che il mio sogno sarebbe avere anche una femminuccia ma vedendo il musino incredulo e triste di Orlando all’arrivo del fratellino usurpatore mi ha spesso preoccupato, ferito e rattristato. Sarà poi così vero che è meglio aver fratelli che no? Si può superare il dolore della perdita dell’esclusiva? Impareranno i bambini a venire a capo dei loro sentimenti di frustrazione e gelosia e a trasformarli in qualcosa di costruttivo?

Fortunatamente questo  libro  mi ha tolto molti dubbi in merito e mi ha illuminato il favoloso mondo dell’esser fratello. Un mondo duro e difficile a volte, irto di frustrazione e di contrasti, perchè no, ma anche un mondo che ti insegna, ora per ora, giorno dopo giorno a gestire le emozioni che ti spaventano o ti rattristano  e ti porta piano piano a dominarle formandoti il carattere.

La gelosia non deve esser vista come un’emozione negativa, è la prova dell’amore del bambino nei confronti dei suoi genitori, “va piuttosto accettata senza troppi complessi”. Così come i conflitti tra fratelli (quando ben gestiti cioè mantenuti ampiamente entro i limiti del pericoloso) sono uno strumento efficace di crescita dei bambini. I fratelli “possono esprimere l’aggressività senza mettere in pericolo il loro legame di fondo”.

Il libro poi offre molti suggerimenti ai genitori su come gestire i litigi (o piuttosto astenersi), cercare di non fare preferenze ma piuttosto riconoscere e stimolare la diversità e l’unicità di ciascun figlio e tante altre strategie pratiche.

Capitoli:
I dubbi prima della nascita
Arriva l'”intruso”
Come nasce la gelosia
I mille volti della gelosia
Come aiutare un bambino geloso
I litigi tra fratelli
Alcune situazioni classiche
L’arte di essere “imparziali”
Le etichette che non si staccano

Missione compiuta

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Siamo tornati a Folgaria questo weekend e siamo stati in questa bellissima casa, dove abbiamo affittato l’appartamento al piano terra. Una casa vecchia ma caratteristica e molto spaziosa.

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Quasi tutto il tempo io l’ho passato al telefono in cerca di appartamenti in affitto per la stagione estiva.

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Abbiamo girato per il paese in lungo e in largo andando a vedere tante case .

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Orlando ha trovato il tempo per andare a fare qualche discesa in slitta col papà.

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Altre volte invece è venuto in giro con me, la nonna e Sebastian e ha fatto il bagnetto ai suoi dinosauri in ogni fontanella del paese.

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Alla fine abbiamo trovvato un appartamento carinissimo in mezzo ai prati ma appena fuori dal paese, con una splendida vista ed un po’ di verde davanti dove Orlando può giocare … aggiudicato! A Luglio saremo lì.

Altra domenica di festa

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Altri festeggiamenti oggi per Orlando e i suoi 3 anni, stavolta con gli zii Alberto, Anna, Luisa e la cugina Giorgia.

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Torta al cioccolato fondente e pere seguendo questa ricetta e stesso rituale dell’accendi e spegni le candeline venti volte.

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Il pomeriggio è poi trascorso tra chiacchere tra grandi e giochi con Orlando.

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In regalo dagli zii gli è arrivato un bellissimo libro pieno di finestrelle da aprire e scoprire ovviamente sui dinosauri.

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Sebastian intanto si è goduto la compagnia ed è stato sveglio quasi tutto il pomeriggio girando tra le braccia delle varie donne di casa.

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La tecnica del “time out” e il mio approccio alle crisi

Non sapevo nel momento in cui l’ho comprato (grazie ai titoli tradotti che sono spesso alquanto devianti) che questo libro fosse proprio quello che descrive la famosa tecnica del “time out” o momento di riflessione che dir si voglia, in cui si allontana il bambino dalla scena che ha scatenato il capriccio, la scenata o la cattiva azione e lo si aiuta a calmarsi prima per poi invitarlo alla riflessione sull’accaduto.

Personalmente avevo cominciato già di mio, senza essere a conoscenza di questo metodo, ad applicarlo con Orlando nel momento in cui i suoi giochi o le sue manifestazioni diventavano pericolose per sè o per gli altri o quando io proprio non ne potevo più della sua iperattività (diciamo pure a volte aggressività). 

Onestamente però non so quanto valido sia il metodo (infatti anche noi qui a casa praticamente non lo si fa più) in quanto mi pare che l’allontanamento, pur a fin di bene, del bambino sia sempre una forma di rifiuto-abbandono in un momento estremamente delicato come la crisi, cioè proprio quando il bambino perde il controllo di sè e si guarda intorno per trovare altrove, soprattutto nel genitore, un limite, un freno, un contenimento della sua incontrollabile emozione. Allontanarsi o allontanarlo è come dire “le tue forti emozioni mi fanno paura e non so come gestirle quindi è meglio che ci separiamo”. Se però non lo sappiamo fare noi, gestire le  emozioni anche quando sono troppo esuberanti che ci spaventano, da chi altri i bambini lo possono imparare?

Un’amica psicologa dell’età evolutiva a cui spesso chiedo consiglio mi ha suggerito invece il metodo migliore per affrontare i momenti di crisi, una combinazione di azione e parola che assicurano il massimo rispetto del bimbo trasformando la distruttività del momento di crisi in una occasione di evoluzione della sua emotività tramite la comprensione delle sue stesse emozioni. La  parte di azione si esplica nel contenimento fisico del bambino tramite un fermo abbraccio (da cui è normale a volte si divincoli anche animatamente) mentre la parola mette in atto l’empatia con cui il genitore dà voce alle emozioni del bimbo parlando per lui (sempre in prima persona), prendendo cioè le sue veci e nominando le emozioni che sono in gioco in quel momento (ad esempio “come sono arrabbiato in questo momento” oppure “spaccherei tutto da quanto sono arrabbiato adesso”o ancora “sono così triste che piango forte forte” oppure “sono così stanco adesso che non ce la faccio più e … etc”).  Quando lo faccio con Orli mi sento un po’ strana e non è facile, ma so, almeno ci spero tanto, che senta che sono lì con lui e per lui in quei momenti e prima o poi riuscirà lui a dare un nome alle sensazioni e più avanti a dominarle, sviarle, calmarle.