Controvento di Federico Pace

Un libro piacevole e interessante che stimola alla riflessione e all’introspezione attraverso il racconto di viaggi, intrapresi da artisti più o meno famosi (musicisti, pittori, scrittori, architetti, etc.), che hanno avuto un significato speciale nella loro crescita personale. Interessante è stato per me scoprire nuovi nomi di personaggi famosi che non conoscevo o approfondire la biografia di quelli a me più noti.

E se avanza tempo per leggere…

Queste le mie ultime letture:

un libro di ricette veloci, facili e sfiziose per famiglie un po’ incasinate…insieme a questa applicazione per i-Pad mi sta aiutando ad organizzarmi un po’ meglio la vita in cucina.

…splendido libro sull’ordine di nascita in famiglia e la sua influenza sul bambino (visto che ora ne ho tre!)…l’ho finito in un baleno!

…sempre su fratelli e sorelle nonchè sull’ordine di nascita da una prospettiva anglosassone stavolta (non ancora cominciato).

Infine su come crescere figli maschi: consigli e strategie. L’ho appena iniziato e la sua ironia mi diverte e intriga, spero non sia troppo scotato.

“Il Miracolo di Essere Bambini” – Henning Köhler

Questo è un  libro   particolare che esula un po’ dai manuali che ho letto finora. E’ il resoconto di due conferenze tenute dall’autore sul tema dell’esser bambino dove mette a confronto le idee di importanti pilastri della psicologia infantile tra cui Montessori, Korczak e Steiner.
E’ un libro alquanto discorsivo, indubbiamente interessante anche se nel mio caso non mi è stato così utile essendo prettamente teorico e più adatto ad un pubblico di studiosi del settore piuttosto che ad una mamma in cerca di strategie utili per gestire i conflitti quotidiani.

“Besame Mucho” – Carlos Gonzalez

Era mesi che volevo leggere questo libro ed era mesi che rimandavo un po’ per pigrizia e un po’ perchè me lo sentivo che sarebbe stato un libro forte, uno di quelli che ti lasciano un segno profondo e che, dopo che l’hai letto, ci pensi su mille volte prima di rifare gli stessi errori in materia di genitorialità. Mi ha moltissimo ricordato un altro libro che per me è stato fondamentale:”Our babies, ourselves” di Meredith Small.

E’ un libro tosto, prende una posizione decisa e schietta, lascia ben pochi compromessi ma ti rapisce, ti strappa il cuore e ti conquista, almeno con me l’ha fatto! So che a molti non è piaciuto e che molti lo considerano un’ estremizzazione poco realistica dell’esser genitore … sarà pure, ma la mia visione coincide molto con la sua anche se è una lotta continua il riuscire a metter in pratica tutti i buoni propositi.

Personalmente lo ritengo necessario come lettura per ciascun futuro o nuovo genitore, poi ognuno è libero di sciegliere di crescere i suoi figli come vuole…ma almeno certe cose vanno conosciute e valutate!

Capitoli:
Parte I – Il bambino buono e il bambino cattivo:
Una splendida invettiva contro alcuni pediatri, alcuni libri, alcuni consigli che hanno tanto influenzato la società moderna e minato la naturalezza più istintiva dell’esser mamma.
Parte II – Perchè i bambini sono così:
Una bellissima parentesi anropologica che va alle radici dell’evoluzione del bambino per spiegarne i bisogni, i comportamenti, i bisogni (si parla di stare in braccio, piangere, attirare l’attenzione, cosleeping, gelosia, etc).
Parte III – Teorie che non condivido:
Il bambino visto come un manipolatore, il comportamentismo, la necessità di una routine fissa … tutte teorie attaccate nei loro fondamenti e ribaltate completamente secondo l’ottica di quelle che sono le più vere e fondamentali necessità di un bambino che invece è la società che si dimostra voler manipolare!
Epilogo – Il giorno più felice:
Che memoria vogliamo lasciare ai nostri figli? Dipende solo da noi…

“Bambini gelosi” – Nessa Laniado

Non nego che, da brava figlia unica, mi sono goduta immensamente tutto l’amore, i privilegi, le coccole di tutti i membri della mia famiglia, genitori, nonni e zii. Quando ho incontrato Mike però mi sono innamorata anche della sua di famiglia, numerosa, rumorosa, un po’ incasinata, molto poco perfettina ma estremamente allegra, affettuosa e solida. Avere Sebastian è stata una benedizione e non nego che il mio sogno sarebbe avere anche una femminuccia ma vedendo il musino incredulo e triste di Orlando all’arrivo del fratellino usurpatore mi ha spesso preoccupato, ferito e rattristato. Sarà poi così vero che è meglio aver fratelli che no? Si può superare il dolore della perdita dell’esclusiva? Impareranno i bambini a venire a capo dei loro sentimenti di frustrazione e gelosia e a trasformarli in qualcosa di costruttivo?

Fortunatamente questo  libro  mi ha tolto molti dubbi in merito e mi ha illuminato il favoloso mondo dell’esser fratello. Un mondo duro e difficile a volte, irto di frustrazione e di contrasti, perchè no, ma anche un mondo che ti insegna, ora per ora, giorno dopo giorno a gestire le emozioni che ti spaventano o ti rattristano  e ti porta piano piano a dominarle formandoti il carattere.

La gelosia non deve esser vista come un’emozione negativa, è la prova dell’amore del bambino nei confronti dei suoi genitori, “va piuttosto accettata senza troppi complessi”. Così come i conflitti tra fratelli (quando ben gestiti cioè mantenuti ampiamente entro i limiti del pericoloso) sono uno strumento efficace di crescita dei bambini. I fratelli “possono esprimere l’aggressività senza mettere in pericolo il loro legame di fondo”.

Il libro poi offre molti suggerimenti ai genitori su come gestire i litigi (o piuttosto astenersi), cercare di non fare preferenze ma piuttosto riconoscere e stimolare la diversità e l’unicità di ciascun figlio e tante altre strategie pratiche.

Capitoli:
I dubbi prima della nascita
Arriva l'”intruso”
Come nasce la gelosia
I mille volti della gelosia
Come aiutare un bambino geloso
I litigi tra fratelli
Alcune situazioni classiche
L’arte di essere “imparziali”
Le etichette che non si staccano

La tecnica del “time out” e il mio approccio alle crisi

Non sapevo nel momento in cui l’ho comprato (grazie ai titoli tradotti che sono spesso alquanto devianti) che questo libro fosse proprio quello che descrive la famosa tecnica del “time out” o momento di riflessione che dir si voglia, in cui si allontana il bambino dalla scena che ha scatenato il capriccio, la scenata o la cattiva azione e lo si aiuta a calmarsi prima per poi invitarlo alla riflessione sull’accaduto.

Personalmente avevo cominciato già di mio, senza essere a conoscenza di questo metodo, ad applicarlo con Orlando nel momento in cui i suoi giochi o le sue manifestazioni diventavano pericolose per sè o per gli altri o quando io proprio non ne potevo più della sua iperattività (diciamo pure a volte aggressività). 

Onestamente però non so quanto valido sia il metodo (infatti anche noi qui a casa praticamente non lo si fa più) in quanto mi pare che l’allontanamento, pur a fin di bene, del bambino sia sempre una forma di rifiuto-abbandono in un momento estremamente delicato come la crisi, cioè proprio quando il bambino perde il controllo di sè e si guarda intorno per trovare altrove, soprattutto nel genitore, un limite, un freno, un contenimento della sua incontrollabile emozione. Allontanarsi o allontanarlo è come dire “le tue forti emozioni mi fanno paura e non so come gestirle quindi è meglio che ci separiamo”. Se però non lo sappiamo fare noi, gestire le  emozioni anche quando sono troppo esuberanti che ci spaventano, da chi altri i bambini lo possono imparare?

Un’amica psicologa dell’età evolutiva a cui spesso chiedo consiglio mi ha suggerito invece il metodo migliore per affrontare i momenti di crisi, una combinazione di azione e parola che assicurano il massimo rispetto del bimbo trasformando la distruttività del momento di crisi in una occasione di evoluzione della sua emotività tramite la comprensione delle sue stesse emozioni. La  parte di azione si esplica nel contenimento fisico del bambino tramite un fermo abbraccio (da cui è normale a volte si divincoli anche animatamente) mentre la parola mette in atto l’empatia con cui il genitore dà voce alle emozioni del bimbo parlando per lui (sempre in prima persona), prendendo cioè le sue veci e nominando le emozioni che sono in gioco in quel momento (ad esempio “come sono arrabbiato in questo momento” oppure “spaccherei tutto da quanto sono arrabbiato adesso”o ancora “sono così triste che piango forte forte” oppure “sono così stanco adesso che non ce la faccio più e … etc”).  Quando lo faccio con Orli mi sento un po’ strana e non è facile, ma so, almeno ci spero tanto, che senta che sono lì con lui e per lui in quei momenti e prima o poi riuscirà lui a dare un nome alle sensazioni e più avanti a dominarle, sviarle, calmarle.

“Il tuo bambino e…la disciplina” – T. Berry Brazelton

Di facile lettura, pur non aggiungendo nulla di nuovo alle mie conoscenze e strategie, questo libro mi ha interessato perchè volevo vedere cosa ne pensava in materia di disciplina e capricci un nome famoso come Brazelton. Ho trovato utile quà e là qualche suggerimento di cosa dire di fronte a certe richieste o situazioni particolari.

Indice dei capitoli
I punti salienti della disciplina:
I punti salienti – Gli elementi base della disciplina, i primi sei mesi – Dai sette agli otto mesi è tempo di avere dei limiti – Dai nove ai dodici mesi il bambino impara ad interpretare le espressioni dei genitori – Dai dodici ai quattordici mesi – Il secondo anno – La disciplina e lo sviluppo emotivo del bambino – Lo sviluppo morale – L’autostima – Le difese: com’è difficile affrontare la realtà! – Dalla disciplina all’autodisciplina.
Un approccio alla disciplina:
I ricordi che i genitori hanno della disciplina – Adattare la disciplina alle differenze di temperamento – L’influsso dell’esempio dato dai genitori – Il prezzo dell’umiliazione – Le punizioni fisiche – Catturare l’attenzione del bambino – Interpretare il comportamento del bambino – La possibilità di rimediare alla marachella – La forza delle conseguenze – L’importanza del gioco di squadra – L’aiuto degli altri  –
Metodi educativi:
Metodi che generalmente meritano un tentativo – Metodi utili in alcune occasioni (a seconda del bambino e della situazione) – Metodi inutili –
I problemi più comuni legati alla disciplina:
La ricerca continua di attenzione – Richieste insistenti e piagnucolii – Se il bambino morde e picchia (o scalcia o graffia ) – Il comportamento prepotente – I piccoli imbrogli – Le sfide – La disubbidienza – Le bugie – Le prove di forza – La fuga – Quando il distacco è un problema – La rivalità fra fratelli – Il bambino “viziato” – I furti – Le parolacce – L’impertinenza – Le crisi di collera – Fare la spia – Se prendere in giro diventa un’abitudine.
Bibliografia

“Adesso basta. Ascoltami!”- Berto, Scalari

Dal punto di vista dei consigli pratici su come affrontare i capricci dei bambini questo libro è stato un po’ una delusione visto che si tratta più di una dissertazione di un operatore psicoterapeuta dell’infanzia su vari temi che un manuale di startegie genitoriali. E’ comunque un’ottima lettura che affronta tematiche importanti con profondità e autorevolezza (la bibliografia è estesa e specialistica). Lo stile è un po’ intellettualoide per i miei gusti ma l’amore e il profondo rispetto dell’autore nei confronti dell’infanzia traspare da ogni parola di questo libro rendendolo una lettura comunque valida. 

Capitoli:
Introduzione
Il senso della vita
E’ ora di parlare
Vinti e vincitori
Mai più soli
I no che donano la libertà
Le nuove alleanze
Parole inutili
Bambini sregolati
Bibliografia